lunedì 9 maggio 2016

Festival Segnali 2016



Una vetrina per il teatro ragazzi a Milano e a Cormano
di Felice Carlo Ferrara

Dal 4 al 6 maggio si è svolta la XXVII edizione del Festival Segnali, storica rassegna di teatro per ragazzi e spesso contenitore delle migliori novità nel settore.

Nella stanza di Max di Bàbu teatro danza,
Associazione Sosta Palmizi, Associazione Cà Rossa

con il sostegno di Unicef Bologna e il contributo del Comune di Bologna
 autori: Elisabetta di Terlizzi, Francesco Manenti,
Daina Pignatti e Laura Tondelli 
interpreti Elisabetta di Terlizzi, Francesco Manenti,
Daina Pignatti, Emanuel Rosenberg
costumi Laura Pennisi e Oro-Nero Creazioni Modena

L'apertura è stata assegnata allo spettacolo Nella stanza di Max di Babù Teatro Danza, Associazione Sosta Palmizi, Associazione Cà Rossa. Liberamente ispirato al celebre libro di Maurice Sendak, Nel paese dei mostri selvaggi, ha per protagonista un bambino che, nello spazio circoscritto della sua cameretta, compie un viaggio immaginario scandito da incontri con creature bizzarre con le quali impara a confrontarsi. Lo spettacolo si compone di una serie di quadri in cui sfilano personaggi sempre diversi, in un crescendo di visionarietà. Si comincia così con l'animarsi degli oggetti della camera, un tavolo, una lampada, il letto, finché lo spazio rassicurante della stanzetta non sembra dissolversi, per ricomporsi in ambienti ogni volta più misteriosi: una foresta popolata da silenziose sentinelle, il mare con i suoi vortici travolgenti e infine una terra abitata da mostri. La scelta del teatro danza, nonché di un registro registico di grande semplicità, con coreografie e scene essenziali riempite da costumi invece suntuosi e di grande effetto, rende lo spettacolo molto fruibile anche da un pubblico in età prescolare. Non ne guadagna l'aspetto contenutistico. Difficile associare la visione al tema guida scelto dai creatori per questo progetto, ovvero i diritti per l'infanzia, probabilmente anche per la convenzionalitá della struttura narrativa, già alla base di tanti spettacoli molto simili, ma tesi a svolgere altri temi. A parte questo aspetto, tuttavia, Nella stanza di Max rimane un prodotto godibile e di buon livello.

Gli equilibristi di Teatro dell’argine
di Valentina Kastlunger, Pietro Floridia, Andrea Paolucci
con Caterina Bartoletti, Lorenzo Cimmino,
Giovanni Malaguti, Ida Strizzi
coreografie di Mario Coccetti
collaborazione musicale: Andrea Rizzi
scena di Nicola Bruschi, Andrea Gadda, Gabriele Silva
regia di Andrea Paolucci

Dedicato agli adolescenti, invece, Gli equilibristi, prodotto da Teatro dell'argine. Lo spettacolo nell'arco di un'ora racconta la giornata tipo di quattro teenager e ne sintetizza, nello stesso tempo, un anno scolastico, drammatizzando le situazioni più tipiche e comuni del mondo degli adolescenti attraverso un linguaggio grottesco. Pregio di questa gradevolissima produzione, dal ritmo molto riuscito, è una regia creativa e spensierata, capace di giocare con gli oggetti scenici in modo semplice ma brillante, e sostenuta peraltro da una drammaturgia intelligente e ironica. A ciò si aggiunge il talento di tutti gli interpreti, che riescono a ritrarre quattro prototipi classici di teenager, dotandoli di un giusto spessore, pur cavalcando con gusto lo stile grottesco della produzione.
Gioca inoltre un ruolo quasi principale il dato sonoro, curato da Andrea Rizzi, che intreccia motivi molto noti e infarcisce lo spettacolo di gag sonore dal sapore fumettistico, molto adatto allo spettacolo.

 Smartstone di Elsinor
Con Michele Cremaschi, Giuditta Mingucci
Regia e Multimedia programming Michele Cremaschi

Gusto molto pop anche per la nuovissima produzione Elsinor, Smartstone, in cui, con tono scanzonato e parodistico, si ripercorre la storia evolutiva dell'uomo, dalla preistoria attraverso le tappe più note, l'invenzione dei primi utensili, la scoperta del fuoco e lo studio delle stelle, fino a che l'ingresso di un oggetto chiaramente riconducibile ai nostri smartphone, non sembra vanificare tutto il percorso svolto, offrendoci una tale quantità di servizi e catturando tanto l'attenzione dell'uomo, da impoverire anziché arricchire la sua esperienza di vita. Coerentemente col tema scelto, la produzione si caratterizza soprattutto per un gioco complesso di videoproiezioni, con effetti anche interattivi e una grafica smaccatamente fumettistica.
La costruzione dello spettacolo tramite una lunga catena di gag, si presta ad una visione molto scanzonata da parte di un pubblico dalla fascia di età piuttosto vasta, dalle elementari alle medie. Divertimento assicurato anche grazie all'ottima performance dei due interpreti, Michele Cremaschi (anche regista) e Giuditta Mingucci. La scelta del tono fumettistico-televisivo sacrifica forse troppo l'aspetto didattico, soprattutto per la fascia dagli 11 anni in su, per i quali era possibile sviluppare maggiormente un tema tanto attuale quanto urgente. Rimane ad ogni modo uno spettacolo ricco, soprattutto nelle soluzioni registiche.

Me & Te di La città del Teatro Sipario Toscana
di Maria Grazia Cassalia e Donatella Diamanti
con Annalisa Cima e Stefano Tognarelli 
regia Letizia Pardi 
scene Riccardo Gargiulo costumi Cinzia Landucci 
audio e luci Fabio Giommarelli

Mentre Smartstone sceglie il paradosso rappresentando la modernità attraverso un mondo primitivo, Me &Te, prodotto da La città del Teatro Sipario Toscana, parla invece del mondo degli adolescenti in modo anche troppo ovvio, costruendo una commedia intorno a un nucleo familiare con al centro un ragazzo innamorato timido e pieno di dubbi, piuttosto lontano, si direbbe, dalla odierna società del sesso facile. Per quanto lo spettacolo riesca ad inanellare qualche buona gag, si respira per tutto il tempo un'atmosfera stantia, in parte per la ripresa di formule narrative e registiche dal teatro borghese, in parte per una visione  troppa ingenua e semplicistica della realtà. Inoltre l'ampio spazio dedicato alla descrizione della vita matrimoniale con tutti i suoi cliché, condivisibili ma comunque ovvi, fa sì che la commedia ammicchi al pubblico adulto molto più che a quello degli adolescenti. Non a caso, del resto, la regia si affida di continuo a canzoni del passato, con classici degli anni '60 e '80, dimostrando uno spirito nostalgico e palesando così scarso interesse verso la realtà attuale.

Zac colpito al cuore di Il Laborincolo, PaneDentiTeatro, ATGTP
Di: Marco Lucci, Enrico De Meo, Simone Guerro
Con: Marco Lucci, Enrico De Meo
Muppets e burattini: Marco Lucci
Scenografie: Frediano Brandetti 
Regia: Simone Guerro Musiche: Simone Guerro

Dopo una celebrazione del ventennale di Barbablù di Pandemonium Teatro, il festival ha dato spazio alla rivista Eolo diretta da Mario Bianchi e ai suoi premi per il teatro ragazzi, quest'anno assegnati per la carriera a Eugenio Monti Colla (del Teatro Colla) e a Carlo Formigoni (fondatore del Teatro del Sole a Milano e più di recente in puglia del Teatro Kismet e del Cerchiomdi Gesso), al progetto di formazione Fare teatro a scuola secondo noi ideato da Silvia Colle e Lucia Vinzi per l'Ente regionale Teatrale del Friuli e infine agli apprezzatissimi Out di Unterwasser, Zac colpito al cuore! di Atg Teatro Pirata, Il Laborincolo e PaneDentiTeatro, Fa'afafine dello Stabile di Palermo e H+G di Teatropersona.

Raperonzolo, il canto del crescere di Teatro del Buratto
Con Cristina Liparoto e Sara Milani
Regia di Renata Coluccini
Scene Michelangelo Campanale
Disegno Luci Marco Zennaro

Ritorno alle fiabe, invece, per il Buratto che ha presentato Raperonzolo, il canto del crescere. Più che rielaborare il testo dei Grimm, la regista Renata Coluccini sembra interessarsi maggiormente alla recente produzione disneyana, riprendendone temi, situazioni narrative e caratterizzazioni dei personaggi, senza tuttavia raggiungere la stessa efficacia del film d'animazione, soprattutto per quel che riguarda lo sviluppo dei contenuti pedagogici. La necessità della conquista di una propria autonomia e la difficoltà del passaggio dal mondo protetto della famiglia a quello esterno erano infatti percorsi tematici svolti con maggior maggior complessità e profondità nel riuscito film Disney. Raperonzolo, il canto del crescere rimane nondimeno uno spettacolo affascinante, grazie soprattutto ad un suggestivo disegno luci e a un impianto scenografico molto riuscito.

L'audaci imprese - Supereroi in endecasillabi di Teatro del perché
a cura di e con: Andrea Pinna e Valentina Scuderi

Molto più semplice in termini produttivi, ma al contempo più ambizioso il progetto di Teatro del perché, che con L'audaci imprese - Supereroi in endecasillabi si mette alla prova in alcune delle ottave più celebri della storia della nostra letteratura. I bravissimi Valentina Scuderi e Andrea Pinna, infatti, interpretano con grande energia e coinvolgimento brani dall'Orlando Furioso e dalla Gerusalemme Liberata, affidandosi unicamente alla propria voce e alla propria corporeità. Soli oggetti in scena due bastoni fluorescenti che rimandano alle spade dei paladini e nel contempo ci riportano nel mondo di Star Wars. Alla base dello spettacolo, infatti, c'è l'idea che si possa suggerire ai ragazzi odierni un paragone tra le iperboliche imprese degli eroi epici e le forze estreme dei supereroi odierni, diminuendo così quella distanza tra i celebri poemi e il nostro immaginario moderno, distanza che spesso è più dovuta al pregiudizio che reale. Nello stesso tempo i due attori non commettono l'errore di limitare tutto a una lettura ironica e parodistica del testo, ma si concedono comunque momenti di reale coinvolgimento emotivo lì dove i versi dell'Ariosto e soprattutto del Tasso raggiungono i loro vertici lirici.

Cinema Paradiso di Ass. Cult. Tra il dire e il fare/ 
Compagnia La luna nel letto / Teatri Abitati - Residenza di Ruvo di P. 
In collaborazione con la Scuola di Danza Artinscena
regia luci e scene Michelangelo Campanale
con Giuseppe Di Puppo, Annarita De Michele, Erica Di Carlo, Paolo Gubello, Daniele Lasorsa, Leonard Lesa- ge, Salvatore Marci, Maria Pascale, Palmiriana Sibilia, Luigi Tagliente
supervisione coreografica Aline Nari
cura del testo Katia Scarimbolo
costumi Maria Pascale
video omaggio agli addii Mario Bianchi
video Ines Cattabriga, Michelangelo Campanale

Il festival Segnali si è chiuso infine con Cinema Paradiso, splendido omaggio al cinema prodotto da La Luna nel letto e firmato da un impeccabile Michelangelo Campanale. Al centro, tra i sedili polverosi di una vecchia sala cinematografica, Totò, un bambino che richiama evidentemente il protagonista del capolavoro di Tornatore, e che osserva stupito sfilare alcune icone della settima arte, da Charlie Chaplin a Mary Poppins, da Marilyn Monroe a Spiderman. Unendo interpretazioni attorali, momenti di teatro danza e videoproiezioni, Campanale realizza un incantevole viaggio nel mondo del cinema, descrivendolo come romantica evasione dalla realtà, capace di stupire, divertire, emozionare. E se il tema avrebbe fatto prevedere un forte utilizzo di proiezioni, il regista riesce invece a mantenere come strumento cardine il linguaggio teatrale, appoggiandosi soprattutto a un complesso e ricchissimo disegno luci. Il risultato è una serie di quadri molto suggestivi, in cui si alternano momenti leggeri ad altri più malinconici in cui si esplora il tema dell'abbandono.