sabato 3 marzo 2018

Corrado d'Elia gioca con Riccardo III


Riccardo III, il videogioco del potere

recensione di Felice Carlo Ferrara





Per alcuni storici la morte di Riccardo III segna la fine del medioevo in Inghilterra, un'epoca cosiddetta oscura, popolata nel nostro immaginario di paure irrazionali, personaggi dall'animo torbido e azioni efferate in gran parte per via del ritratto che ne hanno dato grandi scrittori come Shakespeare. Dunque oggi estrarre dal baule del passato i suoi protagonisti potrebbe rimanere un modo per riconsiderare da lontano un modo di agire ormai distante dal nostro vivere. Oppure no. Forse anche il nostro presente è popolato da tanti Riccardo III, uomini o donne frustrati da una vita insoddisfacente, rosi da una sete di rivalsa che vorrebbe sfogarsi in una insensata corsa al potere; piccoli Riccardo con la differenza, però, di deviare dal mondo reale per riversare queste ambizioni in un mondo dove è più semplice ottenere successo: la realtà virtuale, ad esempio, quella dei videogiochi dove è possibile far scorrere il sangue a fiumi senza che nessuno mostri il proprio biasimo, dove si può odiare senza freni chiunque si frapponga all'obiettivo finale e dove è possibile porsi come unico centro dell'universo, falciando tutto il resto. Una realtà in cui la complessità delle relazioni umane si sminuisce in un gioco a punti, per cui ogni persona è ridotta a pedina, la cui conquista può valere una risalita in termini di punteggio. E, per essere franchi, chi non ha provato la tentazione di abbandonare per un momento ogni etica, per provare i brividi di un comportamento dissennato almeno una volta nella sua vita, protetto dall'idea di un mondo immaginario capace di dissolversi in un attimo e quindi di ripulirci la coscienza?
Ecco quindi che un Riccardo III lo possiamo trovare dentro ognuno di noi, assopito dal buon senso del vivere civile, ma pronto a risvegliarsi appena il contesto lo permette.



Sembra questo il punto di partenza di Corrado D'Elia per la sua nuova avventura shakespeariana. La scelta registica è infatti quella di chiudere il celebre capolavoro nello schema di un videogioco a livelli, e di mettere il pubblico nelle condizioni di osservare il mondo con gli stessi occhi di Riccardo III: ovvero uno spazio algido in cui fanno capolino personaggi ridotti a figurine decontestualizzate, il cui valore è stabilito da un sistema a punti.
E, paradossalmente, l'egocentrismo del giocatore Riccardo si manifesta anzitutto con la sua assenza dalla scena. Un'assenza solo fisica, s'intende, perché la sua voce come il suo sguardo sono invece onnipresenti, assumendo in un certo senso una dimensione divina: le pedine del gioco sono così costrette a cercarlo puntando lo sguardo verso l'alto e a subire le sue continue irruzioni senza alcuna speranza di mantenere uno spazio privato. In questo Corrado D'Elia afferra con saldezza uno dei temi più cari a Shakespeare, quello dell'uomo che osa elevarsi alla stessa altezza di Dio e che proprio per questo determina il proprio destino tragico, un atteggiamento che il drammaturgo ammirava e temeva allo stesso tempo.
La nuova produzione della Compagnia Corrado d'Elia si dimostra quindi capace di una originale rilettura del capolavoro shakespeariano, senza che questa stessa ricerca di originalità penalizzi l'essenza del testo. Ne risultano anzi evidenziati gli aspetti più salienti, come dovrebbe sempre accadere nel teatro di regia.
A ciò si aggiunge l'alta professionalità di tutti gli aspetti tecnici, capaci, dal disegno luci alle tracce sonore, di sostenere con efficacia l'idea registica di base. Merita peraltro una menzione di riguardo l'ottima squadra attorale: sul palco non si dispiega solo il talento istrionico del sempre eccellente Corrado d'Elia. Ogni singolo interprete, infatti, come raramente accade, si rivela perfettamente all'altezza di un testo che, pur arduo e complesso, arriva al pubblico come leggero, piacevole ed estremamente affascinante.





Riccardo III
Produzione: Manifatture Teatrali Milanesi - Compagnia Corrado d’Elia

Di William Shakespeare

Regia di Corrado d’Elia

Con: Andrea Bonati, Raffaella Boscolo, Marco Brambilla, Giovanni Carretti, Paolo Cosenza, Corrado d’Elia, Gianni Quillico, Chiara Salvucci, Antonio Valentino.

Adattamento: Corrado d’Elia

Assistente alla regia: Luca Ligato

Ideazione scenica e grafica: Chiara Salvucci

Responsabile produzione: Beatrice Nannetti Pozzi

Tecnico e disegno luci: Marco Meola

Tecnico audio: Edoardo Ridolfi

Costumi: Rossana Parise



Visto il 2 marzo a Milano presso il Teatro Litta.

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